L’acqua dura genera depositi calcarei ed occlusioni nella rete di distribuzione e nel generatore di calore.
Oltre a questi danni, è necessario considerare anche l’impatto sugli elettrodomestici quali:
- boiler elettrici
- macchine da caffè
- lavatrici
- lavastoviglie
Un deposito di calcare limita lo scambio termico aumentando il consumo di energia elettrica in primis e compromettendo la funzionalità a medio termine.
Il calcare è un buon isolante; basti pensare che l’effetto di isolamento termico imputabile a 3 mm di incrostazione calcarea è equivalente a circa 250 mm di spessore di parete di un comune acciaio legato che, come a tutti noto, è un buon conduttore di calore e quindi richiede uno spessore di parete molto grande per avere un effetto di isolamento termico.
Nella pratica, man mano che il deposito calcareo cresce, tanto più difficile è garantire il raggiungimento delle temperature desiderate dell’acqua.
Questo implica un aumento del consumo di combustibile, ma, soprattutto, un forte stress termico sulle superfici di scambio.
I costi di gestione e manutenzione risulteranno molto più gravosi, riducendo la longevità dell’elettrodomestico.
Acqua a bassa durezza: perché è meglio?
La durezza dell’acqua è un parametro molto importante sia quando si lavano i tessuti a mano o in lavatrice che quando si lavano le stoviglie a mano o con la lavastoviglie.
Il Calcio e il Magnesio contenuti nell’acqua riducono grandemente l’efficacia sulle stoviglie ed il bucato, perché formano sali insolubili con molti tensioattivi.
Si tratta del fenomeno per cui non ci si riesce a lavare con il sapone nell’acqua di mare ed al contrario invece in montagna, dove l’acqua è normalmente molto dolce (ossia povera di sali), non si finisce più di risciacquarsi.
Non è comunque il solo aspetto negativo della durezza dell’acqua.
Per quanto riguarda il bucato, il Calcio e Magnesio possono anche contribuire a fissare lo sporco sulle fibre e si depositano su di esse, e soprattutto, sulle parti della lavatrice, in particolare sulle serpentine di riscaldamento, riducendone l’efficienza e, alla lunga danneggiando la lavatrice stessa.
Per questo motivo una parte importante dei componenti della formula dei detersivi è proprio introdotta per “assorbire” e neutralizzare la durezza, consentendo agli altri ingredienti di effettuare al meglio la loro funzione ed è per questo motivo che le dosi raccomandate di uso del detersivo variano in funzione della durezza, proprio perché, quando è alta, una parte del detersivo è consumata da essa.
Nel caso del lavaggio in lavastoviglie il ruolo della durezza è importante, per evitare la formazione di incrostazioni (particolarmente importante, visto che la fase finale del lavaggio prevede normalmente un’asciugatura ad alta temperatura) e di depositi calcarei che sui bicchieri e simili è particolarmente visibile.
Per questo motivo le lavastoviglie stesse prevedono un addolcitore che consenta almeno le ultime fasi di lavaggio con acqua priva di sali calcarei, ed è raccomandato l’uso di un brillantante per evitare la formazione di opacità sui bicchieri.
Alcuni detersivi moderni per lavastoviglie tuttavia sono formulati in modo da essere meno sensibili alla presenza di durezza, incorporando elementi che possano, in molti casi, evitarne gli effetti indesiderati. La loro efficacia tuttavia è limitata ai casi in cui la durezza non è eccessiva: se la durezza infatti è più alta della media, è sempre consigliabile usare il sale per rigenerare l’addolcitore della lavastoviglie e il brillantante nell’apposita vaschetta.
L’impiego di acqua dolce o addolcita, consente risparmio energetico e la riduzione e eliminazione di tanti prodotti chimici quali:
- brillantante
- anticalcare
- detersivo
- ammorbidente
- balsamo per i capelli.