Sempre più famiglie si forniscono di impianti per l’affinamento dell’acqua da bere.
Impianti che migliorano l’acqua distribuita dalla rete pubblica che risulta in alcune circostanze di cattiva qualità organolettica, per la presenza di cloro e torbidità di vario genere, dovute a reti di distribuzione pubblica e privata obsolete.
Un impianto domestico per migliorare la qualità dell’acqua de bere e cucinare, permette inoltre l’eliminazione delle bottiglie di plastica vuote, con un notevole contributo ambientale.
Una scelta che coniuga il benessere fisico personale e sociale.
Quali soluzioni adottare?
Le prime soluzioni proposte qualche decennio orsono, consistevano in impianti ad osmosi a pressione naturale. Membrane osmotiche che permettevano la separazione dei minerali disciolti, con una parte di acqua demineralizzata usata per bere e cucinare (circa il 20%), e la parte ricca di minerali allo scarico (circa l’80%).
Questo tipo di impianti a pressione naturale, avevano un rapporto iniquo di acqua utilizzata e quella allo scarico.
Come ridurre gli sprechi di acqua?
Per ovviare a questo spreco di acqua, successivamente sono state applicate delle pompe per aumentare la pressione nel modulo osmotico, riducendo la quantità di acqua allo scarico, invertendo il rapporto precedente, con l’80% di acqua usata ed il 20% allo scarico.
E’ possibile la produzione di acqua frizzante e refrigerata?
Sì, è possibile realizzare impianti per la refrigerazione e gassatura dell’acqua, con l’adduzione di anidride carbonica. Soluzioni d’appoggio sopra il piano della cucina, ad incasso con un rubinetto dedicato, oppure a basamento.
Una grande comodità poter avere tutta l’acqua refrigerata e gassata a portata di mano, premendo semplicemente un tasto.
Acqua ionizzata alcalina: cos’è e come si ottiene?
Dal 2010 in poi c’è stato l’avvento di impianti per la produzione di acqua ionizzata alcalina che qualche azienda si è spinta a certificare come presidio medico per la produzione di acqua “medicale”.
Gli ionizzatori di prima generazione, dopo una prima fase di filtrazione, con delle piastre ionizzanti (da 3 fino a 9) generavano un campo elettromagnetico che scomponeva l’acqua, portando all’utilizzo la parte ricca di minerali alcalini (potassio, magnesio, calcio, sodio) e allo scarico la parte di minerali acidi (cloruri, nitriti e nitrati, solfati, fosfati).
L’azione anionica e cationica che poteva subire delle flessioni prestazionali per il deposito calcareo, imponendo una frequente adeguata manutenzione.
Per ovviare ai tempi e costi di manutenzione, la seconda generazione di ionizzatori aveva delle celle circolari che evitavano il deposito di calcare.
Quali sono le ultime novità impiantistiche nel trattamento dell’acqua da bere?
L’ultima frontiera del trattamento dell’acqua per bere cucinare è il processo di osmosi che garantisce la completa asportazione di eventuali sostanze indesiderate, combinato all’arricchimento dei sali minerali utili alla salute, l’innalzamento del valore di idrogeno a pH 8,5, la declusterizzazione della molecola dell’acqua, con un potenziale ossido riduttivo negativo (ORP -250/400 mV).